2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Non ho un orario prestabilito! Può accadere che il mio PC rimanga a riposo per alcuni giorni, poi riprendo, a seconda delle idee che mi frullano in testa. Generalmente scrivo con una media di cinque/sei ore la settimana. Poco vero? Ma, per quanto mi riguarda, basta e avanza... Ancora una cosa: non scrivo di notte anche se c'è stato un periodo in cui mi svegliavo con nella mente dei versi che riportavo fedelmente su di un taccuino che tenevo vicino al letto, conscia che il mattino non me li sarei ricordati. Con una di quelle poesie ho vinto un premio.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Non sono una grande fan dei contemporanei, forse perché...ahimè...non sono riuscita a trovare quell'incanto che ho scoperto già da tempo negli autori ormai trapassati. Mi piace comunque molto Khaled Hosseini, storie come le sue mi affascinano e mi fanno pensare a quanto sono fortunata a vivere in un paese in pace. Ma io amo molto A.J. Cronin, uno scrittore britannico, morto in Svizzera, e poi Piero Chiara, che definisco arguto e di cui ammiro la grande capacità di descrivere i personaggi e, non da ultimo Sidney Sheldon, scoperto con un mio acquisto in autostrada. Non avevo con me niente da leggere e mi ha intrigato il titolo di un suo romanzo: "L'altra faccia di mezzanotte". Ho in seguito acquistato tutti i suoi libri. Per finire, mi è piaciuta anche Sveva Casati Modignani, in particolare i suoi primi lavori.
4. Perché è nata la sua opera?
È nata così, quasi per caso. All'inizio ho preso lo spunto da un fatto accaduto ad una persona a me vicina, poi, nello svolgimento della trama, mi sono venute delle idee e, via via che scrivevo, intravvedevo la composizione di una storia coerente anche se di fantasia, nel modo più assoluto. A chi ha letto - o leggerà - anche il mio primo romanzo, devo dire invece che questo libro è nato per un mio sfogo personale, e racconta, in grandi linee, la mia storia con - come è stato scritto - una pennellata di giallo, per via di un delitto che ho inserito per rendere il racconto più gustoso ma che non appartiene alla mia famiglia.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Non so se si può parlare, nel mio caso, di formazione letteraria. Io sono totalmente autodidatta, non ho frequentato corsi di scrittura, mi piace scrivere e tanto basta. Se poi quello che esprimo può piacere a qualcuno, bene, benissimo. Sono aperta alle critiche, sempre e comunque.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Ambedue le cose. A buon intenditor, poche parole.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
C'è tutto di me, l'espressione del mio essere, io vivo i miei personaggi e li vedo con gli occhi dell'anima. I miei "eroi" sono dolci, delicati, sofferenti, sfortunati e si vedono confrontati con esseri che sono tutto l'opposto, cosa che, nella vita accade alla maggior parte di noi.
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Si, lo spirito di mia madre, alla quale ho dedicato il libro.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Non lo ha letto nessuno all'infuori della Casa editrice
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’e-book?
Per niente, si parla già del tramonto dell'e-book. Per me, stringere fra le mani un bel romanzo è una grande soddisfazione. Ve la vedete una presentazione di un nuovo romanzo solo in e-book? Io no.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Ne so troppo poco per potervi dare una risposta.